mercoledì 9 maggio 2012

Cochabamba querida




Sono partita per la Bolivia con un “bagaglio immaginario” contenente i racconti di chi a Cochabamba ha vissuto, le immagini scaricate da internet, le descrizioni della guida turistica, le raccomandazioni di amici e parenti, e la consapevolezza che, fino a che non sarei atterrata, farmi un’idea di quello che mi aspettava sarebbe stato difficile, se non impossibile. 
Ormai sono a Cochabamba da un mese. Dopo aver terminato il corso di spagnolo intensivo ho iniziato a il mio stage e l’energia di questa terra, che fin dall'inizio mi ha colpito attraverso la natura, mi colpisce quotidianamente con i rumori della città e il traffico caotico. Motorini, moto, autobus, macchine, taxi, carri, biciclette, le strade di Cochabamba sono un brulicare infinito di mezzi di trasporto e persone.


Sicuramente le prime frasi in spagnolo che ho imparato sono "voy a bajar", "en la esquina por favor", e altre varianti; il centro di Cochabamba si raggiunge, infatti, con i mezzi pubblici. Le persone si spostano con i taxi-trufi (taxi collettivi), i micro (autobus di media grandezza) o i radio-taxi. I mezzi, ad eccezione dei radio taxi, si muovono su percorsi prestabiliti ma senza  fermate “fisse”, per salire o per scendere basta quindi comunicarlo all’autista, tanto che spesso accade di farmarsi ogni cinque metri...
Cochabamba è una città viva, energica, ricca di contrasti; il centro è caratterizzato dalla presenza di negozi, che spesso stridono nel loro accostamento: da un lato le grandi marche delle multinazionali, dall’altro le bancarelle del mercato principale (la Cancha) o i piccoli negozi di alimentari.
Cancha significa campo sportivo, anni fa, quando Cochabamba era di dimensioni ridotte, quella che oggi è la Cancha era un gruppo di bancarelle attorno al campo da calcio della città; quando c’era una partita i venditori accorrevano alla Cancha per vendere la loro merce. Piano, piano la città è cresciuta, ed i banchi della Cancha sono rimasti, diventando sempre più numerosi. Oggi, la Cancha, è una concentrazione di persone e di oggetti di ogni tipo, una distesa immensa di bancarelle, che non sono ancora riuscita a visitare completamente, un labirinto di banchi dove si può trovare qualsiasi tipo di bene: dalla frutta e verdura ai mobili; dalle tovaglie agli pneumatici; dai giochi per bambini all’oggettistica per la casa; qualsiasi cosa si desidera acquistare alla Cancha c’è!

Nei miei primi giorni a Cochabamba mi sono sentita travolta da mille emozioni diverse. Un po’ spaesata mi sono subito resa conto che Cochabamba è difficile da raccontare a chi non la vede. Una volta ambientata, osservando la città dall’interno, attraversando la Cancha, sedendomi sulle panchine della Plaza 14 de Septiembre, fermandomi ad ascoltare la città e ad osservarla nei suoi particolari, parlando con le persone che da anni ci vivono e vi sono cresciute, Cochabamba si sta rivelando in quella bellezza e particolarità che all’inizio, travolta da mille informazioni e immagini nuove, sfuggiva alla vista.

2 commenti:

  1. Brava Anna, stai facendo un buon lavoro! Tienici informati mi raccomando! Siamo in tanti e siamo curiosi di vedere e scoprire attraverso i tuoi racconti la realtà di questo Paese e dei suoi abitanti. A presto!

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