martedì 7 agosto 2012

Historias de mujeres




Oggi ho avuto l'esperienza più intensa di questi primi 4 mesi cochabambini.

Stiamo lavorando ad un DVD interattivo che racconta al pubblico la storia ed il fuzionamento della nuova Ley de Acoso y Violencia Política contra Mujeres (legge contro la violenza e la persecuzione a capo di donne elette in politica). Il DVD fa parte di un più ampio progetto dell'UE, all'interno di esso verranno raccolte anche testimonianze dirette di donne coinvolte in posti di dirigente o in politica, ora o in anni passati. Una di queste interviste l'abbiamo raccolta stamattina.
Partiamo alle 10 dall'IFFI con Alex, il ragazzo che farà le riprese. Andiamo ad intervistare doña Claudina, ex consigliera municipale o ora presidente del mercato di Sipe Sipe, cittadina della provincia di Cochabamba.

Arriviamo al mercato, doña Claudina ci accoglie entusiasta, ci stava aspettando. Ci accompagna nel suo ufficio. Una volta preparata la telecamera iniziamo con l'intervista. Le chiediamo innanzittutto di presentarsi e di raccontarci di cosa si occupa. Doña Claudina è nata in un quartiere minero, dove vivevano i minatori. Suo padre era dirigente della miniera. Questo è un aspetto fondamentale della sua storia, come ci racconterà in seguito. 

Nel 2000 è stata eletta come consigliera municipale nel municipio di Sipe Sipe. Con un partito a cui lei si è iscritta poichè il suo fondatore era molto attento alle questioni di genere ed aveva molto a cuore il ruolo delle donne all'interno della società.

Nei primi mesi da consigliera le cose sembrano andare bene, doña Claudina decide poi di partecipare a degli incontri promossi dall'IFFI attraverso la plataforma de mujeres, attraverso essi, come ci racconta, impara ad avere più fiducia in se stessa e si rende conto di quali sono i diritti e i doveri che corrispondono (o dovrebbero corrispondere) ad una persona che ricopre ruoli politici.

Inizia quindi a fare domande rispetto alleleggi che vengono promulgate e alla gestione della spesa pubblica, molto spesso non si trova d'accordo con il modo con cui attua il governo municipale; i suoi obiettivi sono la legalità e la trasparenza verso i cittadini che l'hanno eletta. Ed è in questo momento che iniziano i problemi. Lei, e le altre signore elette insieme a lei, iniziano ad essere vittime di persecuzione e violenze gravi da parte degli altri membri del consiglio. Vengono derise, insultate, tentano di corromperle e minacciano direttamente, loro e le loro famiglie. Non devono intromettersi ("siete donne, nemmeno dovreste essere qui") solo firmare quello che viene loro chiesto e restare in disparte. Le violenze oltre che verbali e psicologiche, diventano presto anche fisiche. Doña Claudina ci racconta che lei è cresciuta con un padre minatore. In un quartiere di minatori. Sa cosa vuol dire lottare e  cosa vuol dire soffrire e nonostante le minacce rivolte verso la sua famiglia (che arrivano a tal punto che viene rapita sua figlia maggiore) e il marito che non la appoggia, segue la sua lotta ed è decisa a non dimettersi (come le viene più volte intimato).

Claudina ora è dirigente del mercato centrale di Sipe Sipe, si occupa della direzione del mercato è ha un suo banco di verdure. Dice che in molti l'hanno derisa ("guarda com'è caduta in basso, da consigliera a lavorare in un mercato") ma non si da per vinta e con l'aiuto di un avvocato sta tentando di ottenere giustizia per quello che le è accaduto nel corso degli anni, anche se fino ad ora nessuno è stato condannato. Non si pente di quello che ha fatto, di essere rimasta (nonostante le abbiano da subito tagliato lo stipendio) e di aver tentanto con tutte le sue forze di seguire la strada della legalità e di portare avanti il programma che aveva promesso ai cittadini, nonostante i tentativi di corromperla. 

Una donna che dimostra la sua forza e la sua dignità in ogni gesto e in ogni parola.

La legge (ley contra el acoso y la violencia política contra las mujeres) è stata promulgata dopo che il 20 marzo 2012, una consigliera municipale, Juana Quispe, è stata assassinata. In seguito a minacce e violenze fisiche e verbali che per 20 mesi le hanno impedito di esercitare il suo ruolo. 

Negli ultimi 12 anni sono state registrate 13 mila denunce da parte di donne, come indica Acobol (asociacion de consejalas de Bolivia), anche se poche sono state trascritte e documentate. Nel 67% dei casi le agressioni provengono da uomini, nel 33% da altre donne. Queste accuse si riferiscono a minacce, molestie, violenza sessuale, impedimento nell'esercitare la propria carica, incapacità di fare uso della parola, divieto di ottenere il proprio stipendio, e così via.

Per legge, in Bolivia, le cariche al consiglio municipale devono essere egualmente ripartite tra uomini e donne. Alle donne però, molto spesso, viene impedito di escercitare le proprie funzioni. La maggior parte di questi casi accade nelle aree rurali dove, come documenta Acobol, il maschismo è più radicato e il potere è in mano al sindaco e ai consiglieri (uomini).

Il progetto di legge contro le molestie e la violenza politica contro le donne è stato introdotto nel 2001, sono state necessarie tre legislazioni per veder promulgata la legge. In molti apprezzano questa legge, ma criticano la commissione legislativa, fatto soprattutto di uomini, per aver ridotto le pene massime.
La nuova legge stabilisce pene dai 2 agli 8 anni di carcere contro i trasgressori.

1 commento:

  1. che dire...... ammirò tanto queste donne che osano lottare con tutte le loro forze, senza tregua per fare vincere i diritti della donna, dei bambini e sicuramente anche dell'uomo (malgrado tutto, anche lui è dipendente del opinione degli altri, del potere dei più ricchi, ecc). Pensare che questa lotta fu la nostra (per fortuna con meno violenza) circa 50/100 anni fa. Ritorna in Ticino anni '50 - la donna dove? quali sono i suoi diritti? Io mi ricordo che a Medeglia quando sono arrivata in 1979, era impensabile andare al "bistrot" del paese solo 2 amiche....!!!
    Grazie di sostenere il coraggio e la tenacità di queste donne e auguro a tutte di avere tanta forza e pazienza per fare vincere le loro idee.

    RispondiElimina