Sono partita per la Bolivia con
un “bagaglio immaginario” contenente i racconti di chi a Cochabamba ha vissuto,
le immagini scaricate da internet, le descrizioni della guida turistica, le
raccomandazioni di amici e parenti, e la consapevolezza che, fino a che non
sarei atterrata, farmi un’idea di quello che mi aspettava sarebbe stato
difficile, se non impossibile.
Ormai sono a Cochabamba da un mese. Dopo aver terminato il corso di spagnolo intensivo ho iniziato a il mio stage e l’energia di questa terra, che fin dall'inizio mi ha colpito attraverso la natura, mi colpisce quotidianamente con i rumori della
città e il traffico caotico. Motorini, moto, autobus, macchine, taxi, carri,
biciclette, le strade di Cochabamba sono un brulicare infinito di mezzi di
trasporto e persone.
Sicuramente le prime frasi in spagnolo che ho imparato sono "voy a bajar", "en la esquina por favor", e altre varianti; il centro di Cochabamba si
raggiunge, infatti, con i mezzi pubblici. Le persone si spostano con i taxi-trufi (taxi
collettivi), i micro (autobus di media grandezza) o i radio-taxi. I mezzi, ad
eccezione dei radio taxi, si muovono su percorsi prestabiliti ma senza fermate “fisse”, per salire o per scendere
basta quindi comunicarlo all’autista, tanto che spesso accade di farmarsi ogni
cinque metri...
Cochabamba è una città viva,
energica, ricca di contrasti; il centro è caratterizzato dalla presenza di
negozi, che spesso stridono nel loro accostamento: da un lato le grandi marche
delle multinazionali, dall’altro le bancarelle del mercato principale (la Cancha) o i piccoli negozi di alimentari.
Cancha significa campo sportivo, anni fa, quando Cochabamba era di
dimensioni ridotte, quella che oggi è la
Cancha era un gruppo di bancarelle attorno al campo da calcio della città;
quando c’era una partita i venditori accorrevano alla Cancha per vendere la loro merce. Piano, piano la città è cresciuta,
ed i banchi della Cancha sono rimasti,
diventando sempre più numerosi. Oggi, la
Cancha, è una concentrazione di persone e di oggetti di ogni tipo, una
distesa immensa di bancarelle, che non sono ancora riuscita a visitare
completamente, un labirinto di banchi dove si può trovare qualsiasi tipo di
bene: dalla frutta e verdura ai mobili; dalle tovaglie agli pneumatici; dai
giochi per bambini all’oggettistica per la casa; qualsiasi cosa si desidera
acquistare alla Cancha c’è!
Nei miei primi giorni a
Cochabamba mi sono sentita travolta da mille emozioni diverse. Un po’ spaesata
mi sono subito resa conto che Cochabamba è difficile da raccontare a chi non la
vede. Una volta ambientata, osservando la città dall’interno, attraversando la Cancha, sedendomi sulle panchine della
Plaza 14 de Septiembre, fermandomi ad
ascoltare la città e ad osservarla nei suoi particolari, parlando con le
persone che da anni ci vivono e vi sono cresciute, Cochabamba si sta rivelando in
quella bellezza e particolarità che all’inizio, travolta da mille informazioni
e immagini nuove, sfuggiva alla vista.
Brava Anna, stai facendo un buon lavoro! Tienici informati mi raccomando! Siamo in tanti e siamo curiosi di vedere e scoprire attraverso i tuoi racconti la realtà di questo Paese e dei suoi abitanti. A presto!
RispondiEliminabrava anna
RispondiElimina